SKINS si manifesta come un progetto pittorico costituito da 32 dipinti assolutamente autoreferenziali, criptici nella loro essenzialità narrativa, nella quale l’osservatore è guidato solo da un titolo e la raffigurazione stessa dell’opera, lasciando ampi margini di interpretazione.
Nella serie la pittura ripercorre episodi vissuti dall’autore e personalissime introspezioni, in un tentativo catartico ed esorcizzante, che però non prevede necessariamente una risoluzione positiva.
Si può dunque considerare un’estensione, un’appendice di Nihil Hawthorn, nella quale i temi similari al suo alter ego di riferimento vengono trattati in maniera più diretta, più punk e di conseguenza spesso più arrabbiata.